23 Nov
23Nov

Oggi vogliamo parlarvi di musica e libertà, attraverso l'esperienza di Olivier Messiaen, compositore e ornitologo francese, internato nello Stalag VIII-A, un campo di lavoro presso Görliz, nel 1940. Fu propri qui, infatti, che scrisse il "Quatour pour la fin du Temps", un'opera che va inserita nel contesto dell'arte degenerata, ovvero quella condannata dalla cultura tedesca del tempo. All'interno del campo fu concesso a Messiaen di comporre e suonare, insieme ad altri musicisti (Etienne Pasquier, Jean Le Boulaire ed Henri Akoka) e grazie a un ufficiale tedesco amante della musica, che forniva di nascosto i materiali necessari al compositore. Il Quatour fu suonato per la prima volta in pubblico il 15/01/1941.
Successivamente, in un'intervista Messiaen disse:

"Ho composto questo quartetto per evadere dalla neve, dalla guerra, dalla prigionia è da me stesso. Il migliore beneficio che ne ho tratto è che in mezzo a trecentomila prigionieri, probabilmente ero l'unico a non esserlo".

Questo dimostra come la libertà sia propria dell'uomo. Attraverso la musica, Messiaen è stato capace di conservare la sua, mantenendo comunque l'attenzione sulla realtà in cui viveva.

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